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o la stampa corrotta; ma ogni sera, prima di coricarsi, batteva il pugno sulla tavola esclamando: Perdio! che non si trovi alcuno, il quale sia disposto a corrompermi! — E c'era della ingiustizia ne' suoi sdegni, ne' suoi rancori contro Milano! Egli aveva trovato nella città nostra degli ospiti cortesi — un oste republicano, che gli forniva il pranzo ogni giorno, a conto della futura repubblica — e un sarto dabbene, che supponendo di aver a fare con un futuro ministro, lo vestiva in anticipazione.
Ma la repubblica e il portafogli si facevano aspettare. Il nostro amico Barcheggia cominciava a sentire gli imbarazzi della aspettativa — ed era deciso a cercare un campo più vergine dove seminare il suo genio disconosciuto. Di questa deliberazione — come è facile indovinare — non avea fatto parola ad alcuno, eccetto a lei sola, alla donna che tuttavia lo teneva invischiato a Milano colla... ceralacca.
La lettera di Clementina fa consegnata a Rodolfo mentre questi usciva dal caffè Lavezzari, dopo una furiosa declamazione contro i giornalisti venduti. In quella sua arringa estemporanea, declamata nell'applauso di tutta la sala, il Barcheggia aveva protestato di esser pronto a morire di fame piuttosto che sacrificare la propria indipendenza di libero scrittore.
E noi, in luogo di riferire le impressioni che la lettera di Clementina produsse nel giovane letterato, sorvoleremo allo spazio di quarantotto ore, per vederne immediatamente l'effetto.
V.
Quella mattina il signor Onofrio Bartolami si levò di buon'ora, e la moglie con lui.
— Io credo che i concorrenti non si faranno aspettare — disse il negoziante di ceralacca — bisogna prepararsi a riceverli... Tu sarai presente, Clementina... Diffido di me stesso... È la prima volta che abbiamo da fare con della gente letterata, e non vorrei sfigurare... Cognizioni ne abbiamo molte... ma tu sai, Clementina.... si tratta di parlare toscano.... ed io.... sventuratamente.