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eata da lui. Appena andati i tedeschi, incominciò a politicare come tutti; inesorabile dapprima cogli uomini del governo, si chiamassero Cavour o Rattazzi, più tardi si lasciò vincere dal partito più mite — vide salire degli uomini, che a suo credere valevano meno di lui — indovinò che l'opposizione non è il mezzo più pronto per ottenere delle onorificenze — e leggendo nei giornali che il tipografo Civelli ed il Maglia, due individui della sua condizione, eran stati elevati al rango di cavalieri, in luogo di irritarsi per invidia, non sentì che lo stimolo della emulazione. — Se essi, dunque io — riflettè il Bartolami — e il concetto era logico. — Da quel giorno il negoziante di ceralacca ebbe il cervello in perpetua combustione onde scoprire la via per sorpassare i suoi colleghi di industria divenuti cavalieri; e il dabben uomo a forza di fantasticare, era giunto come vedemmo, a sognare un portafogli di ministro. Per maggiore schiarimento delle scene che ora vanno a succedersi, aggiungeremo due parole sulla erudizione politica e letteraria del dabben uomo. Egli non aveva mai letto alcun libro, e prima del 1859, non aveva mai gettato gli occhi sopra alcun giornale. Cominciò a comperare regolarmente il suo numero del Pungolo ogni sera, quando il più popolare, e diciamolo, il più stuzzicante dei giornaletti milanesi, ebbe iniziata la rubrica del Gazzettino di Città. Due famosi processi, quello del Boggia e l'altro delle sorelle Galavresi, insensibilmente lo avevano condotto a divagare nelle corrispondenze politiche e nei dispacci dell'Agenzia Stefani. La crisi burrascosa della Convenzione, e il fermento delle aspirazioni ministeriali lo indussero, in questi ultimi anni, a leggere da capo a fondo tutto il giornale, compresa la quarta pagina, ch'egli trovava monotona. Ma un altro genere di erudizione si era fatta il signor Onofrio, e ci teneva — l'erudizione storica, acquistata da lui insensibilmente, senza fatica di letture, per mezzo dell'abbonamento al teatro.
Il nostro negoziante di ceralacca aveva la passione dell'opera in musica e della coreografia; da circa vent'anni egli era assiduo ai teatri — Abbonato