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razia accaduta a mia moglie, io non poteva capacitarmi che quegli altri... i taliani... fossero gente buona a qualche cosa. Sotto i tedeschi, la gendarmeria era rispettosa... era gente... pulita, pensava io — i finanzieri venivano qua a bere... pagavano... se ne andavano senza far male a nessuno... Non c'erano schiamazzi... non c'era confusione... Che volete, don Remondo? Io ragionava da bestia... io non sapeva che per via... della via... Corpo di quel cane!... so io di chi intendo parlare... Ma se vi è un Dio che fa giustizia alla povera gente... saremo ancora noi che gli faremo la pelle a quel boia che mi ha assassinato la mia Martina!...
«In settembre... è successo... quel che è successo. Quegli altri, che erano scappati in Isvizzera, volevano tornare... Val d'Intelvi andò tutta in repubblica... e il povero oste di Argegno fu il primo a pagarla.... Un uomo della legge — compar Brenta!... Mi voleva bene come ad un fratello... Ah! io doveva capirla finalmente che s'aveva da fare con dei cani senza legge e senza timor di Dio...! Ma no... testa d'asino!... Quando vennero a contarmi la fine del povero Brenta, ho detto: non è vero! non può essere... la gendarmeria non commette di questi orrori!... Un accidente a me, e a quanti pensavano in quella maniera! Ma io fui servito come meritava... altro che accidente!... Sentite, don Remondo... Io sono vecchio... ho settant'anni compiuti... ma se Dio non mi concede la grazia di ammazzare due tedeschi... io sento che morirò dannato! Aspettate... Il litro è vuoto... datemi il tempo di andare e di venire... e poi vi dirò cose che non ho mai detto a nessuno... cose da far piangere un badile!»
IV.
Il vecchio Gregorio discese nella cantina, e tornò poco dopo col litro ricolmo. Egli riprese la sua storia a voce bassa:
«Tutta la valle era piena di tedeschi... ma di quelli... voi sapete... si diceva che mangiassero le candele e i ragazzi appena nati! — Io cominciava ad aver paur