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perplesso. — Voi mi avete giocato un brutto tiro, — esclama egli, — pure non sono malcontento d'aver aperto gli occhi... su certe verità... Basta! scommetto che lord Palmerston e lord Russel... non sono del tutto estranei a questa vostra congiura...
— Lord Palmerston e lord Russel, Gorciacoff e Valeschi, attendono in questo momento un mio dispaccio che loro annunzii: «Il signor Lanfranconi si è liberato dai dottrinari e dagli esaltati, ed ha stretto alleanza coi veri patrioti.»
— Mandate tosto il dispaccio. E se mia figlia è tuttora disposta a sposare... l'eroe di Solferino...
— Ma non vedete che Ifigenia gli ha già stretta la mano, e mostra di intendersela con lui a meraviglia...?
— Figliuoli, — dice con solennità il Lanfranconi, avvicinandosi ad Eugenio ed alla figliuola. — Cedendo alle istanze delle potenze straniere, e mosso altresì da gravi ragioni politiche note a me solamente, benedico al vostro imeneo.
— Eugenio! — esclama Ifigenia, — mio diletto Eugenio! io ti ho sempre amato... ma il giorno in cui ti seppi ferito per la difesa della patria, cominciai ad adorarti...
— Amici, io vi lascio all'ebrezza de' vostri piaceri. Signor Lanfranconi, corro a spedire il dispaccio... a lord Russel, che s'incaricherà di comunicarlo a tutte le corti d'Europa...
— E voi credete che le corti d'Europa ammireranno la mia condotta?
— Sì... purchè a quanto avete fatto stassera aggiungiate un ultimo sacrifizio...
— Dite.... parlate.... Io mi rimetto interamente al consiglio de' miei onorevoli colleghi...
— Ebbene. Quando avrete affidata la vostra Ifigenia alla tutela dell'ottimo Eugenio, ed ella avrà uno sposo pronto a difenderla in ogni cimento, voi provvedete a riordinare di bel nuovo la vostra cascina, ripigliate il commercio degli stracchini, che vi dà un prodotto di lire ventimila ogni anno. Ad Ifigenia ed all'amico Eugenio non nuocerà d'essere ricchi...