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ne. Se noi non affrettiamo le nozze, un terzo potrebbe entrare di mezzo e rapirci il frutto delle nostre fatiche.... Ora abbiamo dalla nostra il papà imbecille....
— E il papà imbecille, se più s'indugia, potrebbe lasciarsi raggirare da qualcuno più scaltro di noi....
— Quel ciarlatano che stassera s'è introdotto in casa nostra mi dà molto a temere....
— Non v'è più un momento da perdere...,
— Dunque?
— Dunque!
I due colleghi stettero per pochi minuti silenziosi. Il Nebbia con voce melliflua e insinuante riprese la parola:
— Amico dolcissimo: per quanto scarsa sia in me la conoscenza di quell'inesplicabile labirinto che si appella il cuore umano, ho dovuto non di meno accorgermi che alla gentile Ifigenia meglio che le tue risolute e talvolta un po' brusche maniere, le mie più moderate e più leni si confanno. Però sono d'avviso che all'intento desiderato, più agevole a me si apra la via che non a te, soavissimo fra' miei più cari. Ove ciò non fosse, di leggieri avrei rinunziato a qualsivoglia pretesa sulla giovinetta pudica, del cui amore entrambi siam presi: felice in vederla unita di indissolubile nodo a te, amatissimo ed amantissimo. Spero dunque che tu, mosso più che da generosa condiscendenza, da assennato e prudente consiglio, a me vorrai lasciar libero il campo per una impresa a te forse malagevole, per me piana e feconda.
— Onorevole collega! — risponde il Trigambi. — Queste tue ciarle nè punto nè poco mi persuadono. Io non credo che Ifigenia t'abbia mostrato mai della preferenza. I miei modi bruschi, il mio carattere disinvolto le vanno più a genio che non le tue moine. Le donne giovani preferiscono gli uomini d'azione agli uomini di scienza. Se Ifigenia verrà posta nel bivio di dover scegliere fra noi due, io non dubito ch'ella mi accordi la preferenza.
— Presupponiamo....
— Amico: non tante parole.... Io voglio che Ifigenia mi appartenga.... Già più volte abbiamo p