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— Io era a Pietroburgo due mesi sono e, come vi dissi, fui presentato in casa del signor Gorciacoff, il quale ebbe la cortesia d'introdurmi presso la marchesa Albanoff, amica del principe Adrianoff, il cui segretario, signor Anstracoff...
— Che bei nomi! che nomi diplomatici! È duopo confessarlo, noi in Italia di tali nomi non ne abbiamo...
— Il signor Gorciacoff, leggeva una sera il Somarroff, giornale russo. A un tratto egli sospende la lettura, e volgendosi a me con aria sorridente: «Di grazia, mi chiese, quanti anni credete voi possa avere il signor Egidio Lanfranconi?»
— Sessantaquattro anni, cinque mesi e sei giorni...
— Sventuratamente io non conosceva questi particolari e, lo dico a mia vergogna, ignorava perfino... che in Italia esistesse un personaggio così chiamato...
— Ah! Ah!... lo credo. Da cinque mesi soltanto io ho cominciato ad agire nel campo della politica. Ebbene? qual fu la vostra risposta al signor Anstracoff?...
— Risposi schiettamente ch'io per nulla conosceva il signor Lanfranconi. Peccato che voi non foste presente a quella scena! Il signor Gorciacoff fece un atto di meraviglia: tutti gli astanti si guardarono in viso, e la marchesa Albanoff mormorò a mezza voce: «Ecco l'Italia! io non spero che quel paese possa redimersi infino a che mostrerà tanta indifferenza verso i suoi grandi.» Rimasi confuso, annichilito: balbettai qualche parola di scusa, e il signor Anstracoff, vedendo il mio turbamento, mi si accostò, mi battè leggermente sulla spalla, dicendomi all'orecchio: «Temo che un tal peccato d'ignoranza vi abbia a chiudere d'ora innanzi le sale della marchesa.»
— Povero giovane! mi spiace che il mio nome vi sia stato occasione di dispiaceri....
— Non importa: pochi giorni dopo esso mi procurò molti vantaggi. Io mi recai a Londra: il mio compagno di viaggio aveva una lettera commendatizia per lord Russel.
— Lord Russel! lord Russel si sarebbe degnato parlare di me? Oh!... davvero io non