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aggressori, che nella fisonomia e nel linguaggio rivelano la loro origine tedesca; — ti aver proibito fumare perchè nostro pono imperatore chiuder bottega! —

E qui i due tedeschi briachi levano il bastone sul capo di Teodoro, mentre dalla folla indignata prorompe un ruggito di imprecazioni.

— Ladri! assassini! carnefici! — grida il popolo furente!

— Morte alle spie!

— Morte ai sicari dell'Austria!

— Abbasso i pollini!

— Viva l'Italia! —

I due fratelli Obrizzi, rompendo col gomito nerboruto quella muraglia di gente, cercano avvicinarsi a Teodoro per salvarlo dal nuovo pericolo. Urta, pesta, sospingi... Carlo è nel mezzo della folla...

Il pugno nodoso dell'operaio già pende sulla testa degli assalitori; quel pugno potrebbe spezzare un incudine e forse anco un cranio tedesco! Tardo soccorso! L'ala sinistra dell'esercito popolare non tenne fermo contro le baionette, e il commissario Siccardi potè avventarsi a Teodoro, afferrarlo per la cravatta, e darlo in balìa dei suoi birri.

I sicari della esosa polizia trascinavano la preda per le corsia dei Servi, incalzati dagli anatemi del popolo. Erano fischi da serpenti, urli da iene, ruggiti da diavoli.

Le vittime di Falaride abbrustolite nel toro di bronzo, non mandarono più spaventevole ruggito. Prima che il Dolci toccasse la porta di Santa Margherita, la scorta dei birri si era tanto ingrossata, che da ultimo essa costituiva un esercito di circa dugento guerrieri... Dugento guerrieri per condurre prigione l'allievo di don Dionigi! Tanto apparato di forze può sembrare superfluo.... Eppure quei guerrieri tremavano di paura e avevano il viso giallo!

Ma il pericolo dei forti è cessato. Teodoro ha varcata la orribile soglia di Santa Margherita: le porte si chiudono, e il popolo respinto dalle baionette si disperde.

— Che diavolo è accaduto? — domanda il conte