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«Molto reverendo,
«Il primo sangue fu versato... Il nome dei protomartiri sarà scolpito a note indelebili nelle pagine della storia... Viva l'Italia! Viva Pio IX! Teodoro Dolci è nel novero dei pochi eletti, egli ha mietute le prime palme nella battaglia del popolo!... Teodoro Dolci è benemerito della patria. Perchè un popolo risorga di schiavitù, voglionsi grandi sacrificii di sangue... Teodoro Dolci ha già versato il suo sull'altare della patria. Assalito proditoriamente da sicari scellerati, dopo aver combattuto da prode, riportò una gloriosa ferita... Questa notizia, noi ne siamo sicuri, riempirà il di lei cuore di consolazione... perchè ci son noti gli alti sensi patriottici che la distinguono, e che Ella seppe ispirare fino dalla più tenera età nel nipote ed allievo. La ferita non è mortale... Teodoro Dolci potrà sopravvivere e sfidare nuovi combattimenti. Noi lo abbiamo trasportato in luogo sicuro. Io mi tengo onorato di dargli asilo in mia casa, e di prestargli que' soccorsi che il di lui stato richiede. La viva tranquillo, signor don Dionigi: il di lei nipote verrà medicato ed assistito come si deve. Siamo povera gente, ma abbiamo cuore; venderemo anche la pentola per far danaro da soccorrere un fratello. Se ella crede venire a Milano per accertarsi cogli occhi proprj del nostro buon volere, il signor Teodoro sarà oltremodo consolato della sua visita. Nei deliri della febbre il bravo giovanotto invoca ad ogni tratto il di lei nome... Egli mi ha pregato di scriverle, e mi ha detto di consegnare la lettera al vetturino acciò le pervenga più sicura. Noi dunque la attendiamo. In casa nostra v'è un letto ed una zuppa anche per lei. Aggradisca i sentimenti della mia stima... Viva Pio IX! Viva Carlo Alberto! Viva l'Italia!
«Milano, contrada Sant'Antonio, N. 1241.
«Di Lei devotissimo servo «CARLO OBRIZZI «operajo tipografo.»