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salute!» Quel giovane non è soltanto un eroe, ma anche uno scienziato, un filosofo.

— Infatti, — balbetta il vetturino, — il signor Teodoro viene considerato la prima testa di Capizzone.

— Lassù, nelle vostre montagne, egli dev'essere conosciuto pel suo coraggio....

— Quanto a coraggio, — risponde il vetturino, — per dire la verità....

Sciutt! — esclama il piccolo entrando nella sala. Tutti quanti ammutiscono, e volgendo gli occhi alla porta, veggono una figura sinistra che si è fermata per udire la conversazione....

Il giovane patriota esce dalla sala senza aggiunger parola. Il Brunetto ripone la lettera nel portafoglio, e riempie il bicchiere, mentre uno dei commensali chiede al vicino con voce distinta:

— E come va quest'anno colle dordine? Alla bressana del conte Modroni ho veduto prenderne l'altro dì circa seicento!

E da quel punto non si parlò che di dordine, quaglie e codirossi.

Ma il nome e le gesta di Teodoro Dolci nel corso della giornata passarono di bocca in bocca, e furono argomento di tutte le conversazioni milanesi. I fanatici portavoce di notizie rivoluzionarie a mezzanotte asserivano che Teodoro, nella famosa serata di piazza Fontana, aveva scannati dodici poliziotti, e messo in fuga un drappello di dragoni.


CAPITOLO IV.

Lo zio di un rivoluzionario.


Il sole volge al tramonto. Sulla piazzetta di Capizzone parecchi individui attendono la vettura del Brunetto che deve tornare da Milano. Il molto reverendo sacerdote don Dionigi Quaglia dirige ad ogni tratto la punta del naso e del cappello triangolare verso la strada maestra; la Caterina siede sovra una pietra a poca distanza dal padrone: la figliuola d