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tare il mio progetto alla Commissione dei Primati dell’intelligenza... E forse fu pel meglio... E l’uomo, che a quei tempi mi sconsigliava dal tentare il voto della Commissione, era forse ispirato dalla saggezza e dall’amore. Ma rifuggiamo da queste ricordanze... Pur troppo esse non danno mai tregua al mio spirito, e fra poco io sarò costretto a dividerne con voi l’amarezza. Cinque anni di aspettazione e di meditazione modificarono in diverse guise il mio progetto, finché, ridotto e semplificato col soccorso di nuove scoperte, riuscì tale da venire ammesso all’esperimento con milleseicento voti favorevoli e quattrocento contrari. La più grande difficoltà del meccanismo stava nel produrre l’ebollizione del lago — ed io spero averla superata, risparmiando le materie combustibili, e derivando il calorico dal sole cogli specchi ustorii di Archimede, riprodotti e perfezionati dal secondo Volta. Questo immenso coperchio di metallo, che si estende alla superficie del lago, chiudendo ermeticamente le acque, non ha che un solo sfogo, la torre gigantesca del centro, dalla quale usciranno i vapori condensati dalla ebollizione sospinti da forza violentissima all’altezza di tremila metri. Gli specchi ustorii verranno posti in attività verso le undici antimeridiane — ho calcolato che, in meno di tre ore, passando pei duecento conduttori che si elevano dalla circonferenza del lago, il calorico si propagherà alle acque, producendo l’ebollizione. Oh quanto mi tarda di udire il brontolìo delle onde commosse!... di vedere una bianca nuvoletta spuntare dalla piccola valvola, e sfumare leggera leggera nell’orizzonte!... Perocchè — lo dico a voi, o fanciulla, a voi sola che avete un’anima per comprendere i dolori e i terrori della vita — io non sono pienamente rassicurato sull’esito dell’opera mia... Io temo che qualche ostacolo impreveduto, qualche fatale combinazione atmosferica, qual-