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— Adulto! — disse la Viola allo sconosciuto — noi non possiamo intrattenerci o camminare in vostra compagnia, se prima non abbiate adempiuto alla legge di ricognizione.

— Dispensatemi dal palesare il mio nome — rispose il giovane. — Una sola di voi ha il diritto di conoscerlo... ella che diceva poco dianzi: l’amore è perdono. — Quanto alle mie qualifiche, vi basti sapere che io sono l’inventore della nuova macchina per la pioggia artificiale che domani verrà esperimentata al cospetto dell’universo.

— Voi... il nuovo benefattore dell’umanità! — sclamò Fidelia con entusiasmo. — Voi, l’inventore della macchina che ha destato la meraviglia del mondo!

— Pur troppo io sono quello sventurato! — rispose il giovane con voce commossa. E in quel punto il volto del giovane si coperse di pallore, e una ruga gl’increspò leggermente la fronte.

Luce e Viola si ricambiarono una occhiata significante, poi rivolgendosi a Fidelia: — Vanne, — le dissero, — la pietà accompagni il dolore. Quest’uomo aveva bisogno della confessione, e Dio gli ha mandato il suo angelo!

Fidelia baciò in fronte le amiche, e preso per mano il giovane addolorato, si diresse con lui verso la spiaggia del lago.

— Chi lo crederebbe? — disse Viola alla Luce, seguendo con lo sguardo i due che si allontanavano. — Quest’uomo da oltre venti giorni riempie il mondo della sua fama; domani, per assistere all’esperimento de’ suoi meravigliosi meccanismi, dai confini più remoti della terra converranno a Milano tutti i primati dell’intelligenza. Più di tremila areostati sono già scesi quest’oggi all’arsenale di Corsico — la Casa di ospitalità dell’antico Foro ha già ricoverato ventimila forestieri, — domani prima di mezzogiorno arriveranno i tre palloni smisurati del di-