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mente una inezia. Quando i suoi ascoltatori parevano profondamente impressionati, egli si affrettava a distrarli con una digressione faceta, con un episodio puerile. Non sempre riusciva all’intento. Col procedere della narrazione, collo svilupparsi degli avvenimenti, egli prendeva pe’ suoi personaggi immaginarii, un reale interesse. Finiva coll’amarli — e da ultimo, come il Dio della Genesi, si pentiva di averli creati.

Comprendete voi quest’uomo singolare?... Lo vedete?...

Ascoltate la sua istoria come egli ve la narra — meditando e ridendo.

CAPITOLO VII.

Dove conduce il principio di nazionalità.

A quell’epoca — parlo del 1977 — l’Unione Europea1 era un fatto compiuto.

Quante transazioni di idee e di principii, quante lotte della intelligenza e della materia, quanti dolori, quanti sacrifizii, quanto sangue, per riuscire al patto federativo di tutti i popoli di Europa!

Non per questo dobbiamo ritenere illogici gli sforzi del secolo precedente per determinare e circoscrivere le nazioni entro i confini segnati dalla natura2 e dalla tradizione storica.

  1. A risparmio di note, si stamperanno in corsivo le parole, che rappresentano una nuova istituzione, un nuovo ordine di idee, un trovato qualunque dell’epoca a cui si riferisce la nostra storia.
  2. In tutta la storia del signore i vocaboli sono usati nel loro significato convenzionale.