Pagina:Ghislanzoni - Abrakadabra, Milano, Brigola, 1884.djvu/28


— 26 —


più orribile rivoluzione che mai abbia insanguinata la superficie della terra.

«Come riuscirete a sedarla? quale sarà il mezzo della tregua? il componimento finale? — Via! confessatelo, signori progressisti umanitarii — su questo punto della questione voi non siete più avanzati di noi.

«Basta! a suo tempo ci penseremo — non è vero? tale è la vostra filosofia; ed io mi congratulo di vedervi sorvolare con tanta leggerezza agli scrupoli dell’avvenire. Ma vi è nel presente qualche cosa di più grave, di più contradditorio, a cui forse non avete ancora badato. I vostri progressi non sono solamente una minaccia che gravita sui vostri contemporanei. Tutte le scoperte che soccorrono ad un bisogno, ad un comodo, o ad un diletto della vita umana — ogni nuovo passo dello spirito inventivo, che, a vostro dire, segna una nuova fase di civilizzazione, moltiplica necessariamente sulla terra il numero degli schiavi, e inchioda più aspramente alla catena quei milioni di paria che voi pretendereste redimere.

«Voi scuotete il capo, signor farmacista! Ciò vi sembra un paradosso... Vi spiegherò il pensiero cogli esempi... Compiacetevi di abbandonare le astrazioni, e di scendere con me sul terreno della vita reale, a cui, se non mi inganno, voi altri liberali vi dimenticate troppo spesso di appartenere.

«Il primo uomo che, camminando per una foresta di vergini piante, corse dietro ad un candido fiocco staccatosi da un ramo, e strofinandolo leggermente fra le dita, concepì il pensiero di ridurlo a filo per tramarne dei tessuti — il primo uomo che si propose coltivare il cotone per farne dei drappi; quell’uomo, nell’ingenua compiacenza di recare un immenso vantaggio alla uma-