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sione campestre avremo a compagni due nostri conoscenti, l’Albani ed il Virey, sì l’uno che l’altro indicati agli elettori di Milano quali successori al Berretta nella carica di Gran Proposto.

CAPITOLO XXV.

Vendemmia.

La raccolta delle uve non era abbondante; ma i coscritti dell’agro celebravano allegramente la loro vendemmia. Per molti veniva a spirare il termine delle obligatorie fatiche rurali; fatiche gradevoli e corroboranti, ma, a lungo andare, incresciose. Il più simpatico degli esercizi viene a noia quando sia imposto rigida mente dalla legge.

Il compartimento agrario dove a noi piace introdurci è uno dei più ubertosi, dei meglio coltivati e ordinati. Esso si estende pel colli e sulle pianure circostanti a Stradella, già fertilissimi di uve nel secolo precedente. Ora, la coltivazione della vite ha preso un esclusivo predominio su quei terreni, e mercé l’applicazione dei nuovi concimi fosforo-alcalini, i sapienti coltivatori hanno veduto ringagliardirsi in pochi anni gli arbusti viniferi, già sterminati dalle filossere devastatrici e dalla progressiva viziatura dell’humo.

Le due avventurose città di Stradella e di Broni, ove