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— No! — rispose la morta. — In quella notte l’Albani era ben lungi... ben lungi... da Milano.
— Perché dunque — riprese l’Inquirente — hai tu voluto, quando eri in vita, affermare un fatto che ora sei costretta a smentire?...
— Perché desso... perché colui...
— Parla!... una sola voce!... una parola... ancora! — gridò l’Albani!
— È vano! — disse il primate ritirando il pungiglione dalla fronte dell’estinta e riponendolo nell’astuccio. — Il galvanismo non ha più azione su lei: la materia animale è ottusa.
Ciò che avvenne in quel punto nella sala non può descriversi a parole.
Caliamo la tela su questa scena di desolazione e di tumulto.
CAPITOLO XIX.
Le dimissioni.
Due giorni sono, trascorsi I cittadini dell’Olona si affollano intorno a due proclami apparsi dallo spuntare del giorno sulle muraglie di affissione.
L’un d’essi porta la firma del Gran Proposto, l’altro è segnato Torresani.
Soffermiamoci dinanzi al primo proclama, e leggiamo: