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viali a passo concitato; congedò bruscamente le volonterose che lo attendevano negli atrî, ordinando che fosse tolta la luce al palazzo.
Rimasto solo in quel vasto salone reso tetro dall’oscurità come una grotta popolata di immobili spettri, l’Albani si sdraiò sul tappeto ruggendo:
— Guai a loro! guai a tutti... se domani io dovessi portare le fiamme dell’inferno in questo paradiso creato dall’amore!
CAPITOLO XVIII.
Catastrofe impreveduta.
Se quella notte fu lunga ed angosciosa per l’Albani, ciascuno di leggieri comprende che anche il Gran Proposto Berretta e il Capo di Sorveglianza Torresani non dormirono sovra un letto di rose.
Quanto alla buona e sensibile Fidelia, basti sapere ch’ella vegliò fino all’alba in lacrime e preghiere.
Chi all’indomani apparve più rassicurato e fidente, fu l’Albani. Nella propria coscienza egli aveva attinto il coraggio; se qualche cosa gli rimaneva ancora a temere dalla malvagità degli uomini o dalla soperchieria dei potenti, pur si sentiva agguerrito alla lotta dalla propria rettitudine e dalla inesorabilità della legge.
Serena la fronte e l’occhio infiammato di febbrile im-