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— Io!... E poteva essere altrove in questo momento?... L’ora del tuo ritorno era scritta nel mio cuore, ed io sapeva che i tuoi primi passi sarebbero diretti a questo luogo, e che qui... avresti avuto bisogno di conforti e di consigli.

— Io ti ringrazio, fratello! — rispose l’Albani, dopo aver sfogato sul petto del levita la piena delle lagrime — io ti ringrazio!... Ebbene!... Vediamo; quali conforti, quali consigli puoi tu offrirmi? Vedi!... Io mi era affidato alle tue promesse... Io aveva contato sulla giustizia di Dio... ed anche un poco sulla giustizia de gli uomini!...

— E troppo presto hai cominciato a disperare soggiunse amorevolmente il levita. — I conforti che io ti posso offrire derivano sempre della medesima sorgente, dalla fede nello spirito del bene; i consigli saranno ora come sempre quelli della ragione e della legalità. Non hai tu nulla da rimproverare a te stesso? Sei tu disceso nella tua coscienza per investigarne le pieghe più occulte? Hai chiamato a rassegna le tue azioni dal giorno in cui la umanità ti aperse le braccia rendendoti il bacio del perdono e dell’oblio? Or bene: poiché nessuna ricordanza di colpe viene ora ad affliggere il tuo spirito; poiché a nessun dovere hai mancato verso la patria, verso la società e verso le leggi, non è mestieri che io ti insegni ciò che ti resta a fare. Quel libro sul quale è registrata l’accusa, ti aprirà le vie della giustizia, ti accorderà tutti i mezzi della discolpa. Se ti preme l’amore della tua donna, se ti è cara la tua onoratezza, se non hai ripudiata quella fede religiosa che grida alla coscienza: esser dovere dell’uomo cooperare incessantemente sulla terra al trionfo del bene, tu guarderai in faccia alla verità, e la sfiderai al cospetto dell’universo!

L’Albani stette alcun tempo senza proferir parola. Poi, coll’accento dell’incredulo che sì piega ad una convinzione autorevole: