Pagina:Ghislanzoni - Abrakadabra, Milano, Brigola, 1884.djvu/159


— 157 —


— che voi, per tornare alla nave, vi serviate d’una gondola cittadina. Questi sorveglianti di gondole sono altrettante spie della Sorveglianza, e noi rischieremmo di venir segnalati a quel vecchio birbone di Torresani...

— Non ti prenda pensiero — rispose il Casanova coll’accento della più ferma sicurezza — io so scegliere i miei uomini. Noi abbiamo degli equilibristi perfino tra gli agenti della Polizia.

— E se mai, durante la vostra assenza, ci vedessimo esplorati... inseguiti?

— Reagite colla volontà!

— Noi siamo pochi di numero...

— Ma concordi... e potenti...!

— Il vecchio Torresani tiene a’ suoi ordini duecento magnetisti...

— E fra questi, sessantaquattro spiriti avversi. Alla distanza di mille e ottocento metri, venti volontà compatte e risolute possono tener fronte a cento magnetisti discordi e spossati. In ogni modo, i poliziotti non potranno agire sulla nave oltre cinque minuti, — e se mai, durante il fermo, voi vedeste avvicinarsi qualche brik del Torresani, — scaricate le pile contro esso, e avvenga che può. Una volta liberati dall’attrazione, manovrate per l’alto in linea diretta. Nel nostro serbatoio c’è tanta aria respirabile pel consumo di quattro giorni!

I quattro uffiziali non mossero altre obiezioni.

Il Casanova uscì dalla cabina, venne fuori all’aperto, esplorò la posizione da un immenso chatvue collocato all’estremità della nave, indi, spiegato l’ombrello di salvezza, spiccò un salto dal ponte.

In meno di due minuti, il Casanova toccava terra nel mezzo dell’anfiteatro dell’Arena.

Le testimonianze prodotte dal Bigino dinanzi al Tribunale del Torresani erano state veritiere. Antonio Ca-