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precursore della ingiustizia. Basta! A suo tempo muteremo il frasario... Io vi ho detto, onorevole Torresani, che intendo adempiere al dovere di testimonianza con iscrupolosa sincerità. Risparmiatevi dunque la pena delle subdole interrogazioni, e lasciate che io esponga i fatti nella schiettezza dell’animo mio. Il vostro metodo di inquisizione potrebbe irritarmi, ed io sarei tentato di reagire con quelle medesime armi che voi siete soliti adoperare in tali occasioni.

Il Torresani si morse le labbra, e ripensò ai tempi beati, quando una osservazione di tal genere, indirizzata ad un Commissario di Polizia, avrebbe valso all’inquisito due o tre mesi di arresto.

Il Bigino, senza attendere altro cenno, si fece a narrare la sua istoria:

— La sera dell’otto corrente, verso nove ore, uno sconosciuto venne a patteggiare la mia gondola per una ascensione diretta, eccedente l’elevatezza legale. Per altri mi sarei rifiutato; ma l’individuo mi si diede a conoscere per un graduato della setta equilibrista, ed io dovetti obbedire. Salimmo rapidamente, i lumi si spensero, il mio uomo non fece parola durante l’ascensione; egli governava il timone per dirigere la gondola, e frattanto girava rapidamente il suo chatvue per esplorare gli spazi tenebrosi. Giunti alla nave ancorata, egli stesso volle gettare gli uncini di presa, e dopo avermi generosamente regalato, mi pregò di attendere alcuni minuti. Poco dopo, quattro individui discesero nella mia gondola, staccarono gli uncini, e mi ordinarono di calare verso gli orti Balzaretti. Nell’atto di pagarmi, gli sconosciuti mi imposero di tornare la sera appresso in quel medesimo luogo, donde sarebbero ripartiti per l’alto colla mia gondola. Promisi e tenni parola. A dieci ore della notte, io presi l’alto co’ miei quattro individui