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CANTO VIGESIMO. 291

V.


     Si prepara ciascun, della novella
Luce aspettando cupido il ritorno.
Non fu mai l’aria sì serena e bella,
36Come all’uscir del memorabil giorno.
L’alba lieta rideva, e parea ch’ella
Tutti i raggj del Sole avesse intorno:
E ’l lume usato accrebbe, e senza velo
40Volle mirar l’opere grandi il Cielo.

VI.


     Come vide spuntar l’aureo mattino,
Mena fuori Goffredo il campo instrutto.
Ma pon Raimondo intorno al Palestino
44Tiranno, e de’ fedeli il popol tutto,
Che dal paese di Soria vicino
A’ suoi liberator s’era condutto:
Numero grande, e pur non questo solo,
48Ma di Guasconi ancor lascia uno stuolo.

VII.


     Vassene, e tal’ è in vista il sommo Duce,
Ch’altri certa vittoria indi presume.
Novo favor del Cielo in lui riluce,
52E ’l fa grande ed augusto oltra il costume.
Gli empie d’onor la faccia, e vi riduce
Di giovinezza il bel purpureo lume:
E nell’atto degli occhj e delle membra
56Altro che mortal cosa egli rassembra.