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284 LA GERUSALEMME

CXXII.


     Ma sì de’ cavalier, sì de’ pedoni
Sono in gran parte inutili le schiere:
Gente che non intende ordini o suoni,
972Nè stringe ferro, e di lontan sol fere.
Ben ve ne sono alquanti eletti e buoni
Che seguite di Persia han le bandiere.
E forse squadra anco migliore è quella
976Che la squadra immortal del Re s’appella.

CXXIII.


     Ella è detta immortal, perchè difetto
In quel numero mai non fu pur d’uno:
Ma empie il loco voto, e sempre eletto
980Sottentra uom novo, ove ne manchi alcuno.
Il Capitan del campo, Emiren detto,
Pari ha in senno e in valor pochi o nessuno.
E gli comanda il Re che provocarti
984Debba a pugna campal con tutte l’arti.

CXXIV.


     Nè credo già che al dì secondo tardi
L’esercito nemico a comparire.
Ma tu Rinaldo assai convien che guardi
988Il capo, ond’è fra lor tanto desire:
Chè i più famosi in arme, e i più gagliardi
Gli hanno incontra arrotato il ferro e l’ire:
Perchè Armida se stessa in guiderdone,
992A qual di loro il troncherà, propone.