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CANTO DECIMONONO. 263

LIX.


     Mira egli alquanto pria come sia forte
Del campo il sito, e qual vallo il circonde.
Poscia non tenta vie furtive e torte:
468Nè dal frequente popolo s’asconde;
Ma, per dritto sentier, tra regie porte
Trapassa, ed or dimanda ed or risponde.
A dimande a risposte astute e pronte
472Accoppia baldanzosa audace fronte.

LX.


     Di qua di là sollecito s’aggira
Per le vie, per le piazze, e per le tende.
I guerrier, i destrier, l’arme rimira;
476L’arti, e gli ordini osserva, e i nomi apprende.
Nè di ciò pago, a maggior cose aspira:
Spia gli occulti disegni, e parte intende.
Tanto s’avvolge, e così destro e piano,
480Ch’adito s’apre al padiglion soprano.

LXI.


     Vede, mirando quì, sdruscita tela,
Ond’ha varco la voce, onde si scerne:
Che là proprio risponde, ove son de la
484Stanza regal le ritirate interne:
Sicchè i secreti del signor mal cela
Ad uom ch’ascolti dalle parti esterne.
Vafrin vi guata, e par ch’ad altro intenda,
488Come sia cura sua conciar la tenda.