Pagina:Gerusalemme liberata II.djvu/273


CANTO DECIMONONO. 245

V.


     Vienne in disparte pur, tu che omicida
Sei de’ giganti solo e degli eroi:
L’uccisor delle femmine ti sfida.
36Così gli dice: indi si volge ai suoi,
E fa ritrargli dall’offesa, e grida:
Cessate pur di molestarlo or voi:
Ch’è proprio mio più che comun nemico
40Questi, ed a lui mi stringe obbligo antico.

VI.


     Or discendine giù solo, o seguíto
Come più vuoi (ripiglia il fier Circasso)
Và in frequentato loco, od in romíto,
44Chè per dubbio, o svantaggio io non ti lasso.
Sì fatto ed accettato il fero invito,
Muovon concordi alla gran lite il passo.
L’odio in un gli accompagna, e fa il rancore
48L’un nemico dell’altro or difensore.

VII.


     Grande è il zelo d’onor, grande il desire
Che Tancredi del sangue ha del Pagano;
Nè la sete ammorzar crede dell’ire,
52Se n’esce stilla fuor per altrui mano.
E con lo scudo il copre, e: non ferire,
Grida a quanti rincontra anco lontano:
Sì che salvo il nemico infra gli amici
56Tragge dall’arme irate e vincitrici.