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224 | LA GERUSALEMME |
L.
Quando, di non so donde, esce un falcone
D’adunco rostro armato e di grand’ugna,
Che fra ’l campo e le mura a lei s’oppone.
396Non aspetta ella del crudel la pugna;
Quegli, d’alto volando, al padiglione
Maggior l’incalza, e par ch’omai l’aggiugna:
Ed al tenero capo il piede ha sovra;
400Essa nel grembo al pio Buglion ricovra.
LI.
La raccoglie Goffredo, e la difende:
Poi scorge, in lei guardando, estrania cosa.
Chè dal collo ad un filo avvinta pende
404Rinchiusa carta, e sotto un’ala ascosa.
La disserra, e dispiega: e bene intende
Quella che in se contien non lunga prosa.
Al Signor di Giudea (dicea lo scritto)
408Invia salute il Capitan d’Egitto.
LII.
Non sbigottir, Signor: resisti e dura
Insino al quarto, o insino al giorno quinto;
Ch’io vengo a liberar coteste mura:
412E vedrai tosto il tuo nemico vinto.
Questo il secreto fu che la scrittura,
In barbariche note, avea distinto,
Dato in custodia al portator volante:
416Chè tai messi in quel tempo usò il Levante.