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CANTO UNDECIMO. 11

XXIX.


     Scorre più sotto il Re canuto a piede
Dall’una all’altra porta, e in su le mura
Ciò che prima ordinò cauto rivede,
228E i difensor conforta e rassicura.
E quì gente rinforza, e là provvede
Di maggior copia d’arme, e ’l tutto cura.
Ma se ne van le afflitte madri al tempio
232A ripregar nume bugiardo ed empio.

XXX.


     Deh spezza tu del predator Francese
L’asta, Signor, con la man giusta e forte;
E lui che tanto il tuo gran nome offese
236Abbatti e spargi sotto l’alte porte.
Così dicean, nè fur le voci intese
Là giù tra ’l pianto dell’eterna morte.
Or mentre la Città s’appresta e prega,
240Le genti e l’armi il pio Buglion dispiega.

XXXI.


     Tragge egli fuor l’esercito pedone
Con molta provvidenza e con bell’arte:
E contra il muro, ch’assalir dispone,
244Obliquamente in due lati il comparte.
Le baliste per dritto in mezzo pone,
E gli altri ordigni orribili di Marte;
Onde, in guisa di fulmini, si lancia
248Ver le merlate cime or sasso or lancia.