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CANTO DECIMOSETTIMO. 183

XXIX.


     Nella squadra che segue è scelto il fiore
Della regal milizia; e v’ha quei tutti,
Che con larga mercè, con degno onore,
228E per guerra e per pace eran condutti:
Ch’armati a sicurezza, ed a terrore
Vengono in su destrier possenti instrutti:
E de’ purpurei manti, e della luce
232Dell’acciajo e dell’oro il Ciel riluce.

XXX.


     Fra questi è il crudo Alarco, ed Odemaro
Ordinator di squadre, ed Idraorte:
E Rimedon, che per l’audacia è chiaro,
236Sprezzator de’ mortali, e della morte:
E Tigrane, e Rapoldo il gran corsaro,
Già de’ mari tiranno, e Ormondo il forte,
E Marlabusto Arabico, a chi il nome
240L’Arabie dier, che ribellanti ha dome.

XXXI.


     Evvi Orindo, Arimon, Pirga, Brimarte
Espugnator delle Città, Suifante
Domator de’ cavalli, e tu dell’arte
244Della lotta maestro, Aridamante,
E Tisaferno il folgore di Marte,
A cui non è chi d’agguagliar si vante,
O se in arcione, o se pedon contrasta,
248O se rota la spada, o corre l’asta.