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CANTO DECIMOQUARTO. 105

XXIX.


     A tai messaggj l’onorata cura
Di richiamar l’alto campion si diede:
E gl’indrizzava Guelfo a quelle mura
228Tra cui Boemondo ha la sua regia sede;
Chè per pubblica fama, e per sicura
Opinion ch’egli vi sia si crede.
Ma ’l buon Romito che lor mal diretti
232Conosce, entra fra loro, e tronca i detti;

XXX.


     E dice: o cavalier, seguendo il grido
Della fallace opinion volgare,
Duce seguite temerario e infido
236Che vi fa gire indarno, e traviare.
Or d’Ascalona nel propinquo lido
Itene, dove un fiume entra nel mare.
Quivi fia che v’appaja uom nostro amico;
240Credete a lui: ciò ch’ei diravvi, io ’l dico.

XXXI.


     Ei molto per se vede; e molto intese
Del preveduto vostro alto viaggio,
Già gran tempo ha, da me: so che cortese
244Altrettanto vi fia quanto egli è saggio.
Così lor disse; e più da lui non chiese
Carlo, o l’altro che seco iva messaggio;
Ma furo ubbidienti alle parole
248Che spirito divin dettar gli suole.