Pagina:Gerusalemme liberata II.djvu/100

84 LA GERUSALEMME

L.


     Così dice egli; e ’l Capitano ondeggia
In gran tempesta di pensieri intanto.
Pensa s’egli medesmo andar là deggia
396(Chè tal lo stima) a ritentar l’incanto:
O se pur di materia altra proveggia
Lontana più, ma non difficil tanto.
Ma dal profondo de’ pensieri suoi
400L’Eremita il rappella, e dice poi:

LI.


     Lascia il pensier audace; altri conviene
Che delle piante sue la selva spoglie.
Già già la fatal nave all’erme arene
404La prora accosta, e l’auree vele accoglie.
Già, rotte le indegnissime catene,
L’aspettato Guerrier dal lido scioglie.
Non è lontana omai l’ora prescritta
408Che sia presa Sion, l’oste sconfitta.

LII.


     Parla ei così, fatto di fiamma in volto,
E risuona più ch’uomo in sue parole.
E ’l pio Goffredo a pensier nuovi è volto;
412Chè neghittoso già cessar non vuole.
Ma nel Cancro celeste omai raccolto
Apporta arsura inusitata il Sole:
Ch’a’ suoi disegni, a’ suoi guerrier nemica
416Insopportabil rende ogni fatica.