Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
68 | LA GERUSALEMME |
II.
Il saggio Capitan con dolce morso
I desiderj lor guida e seconda:
Chè più facil saria svolger il corso
12Presso Cariddi alla volubil’onda,
O tardar Borea, allor che scuote il dorso
Dell’Apennino, e i legni in mare affonda.
Gli ordina, gl’incammina, e ’n suon gli regge
16Rapido sì, ma rapido con legge.
III.
Ali ha ciascuno al core, ed ali al piede:
Nè del suo ratto andar però s’accorge.
Ma quando il sol gli aridi campi fiede
20Con raggj assai ferventi, e in alto sorge;
Ecco apparir Gerusalem si vede:
Ecco additar Gerusalem si scorge:
Ecco da mille voci unitamente
24Gerusalemme salutar si sente.
IV.
Così di naviganti audace stuolo,
Che mova a ricercar estranio lido,
E in mar dubbioso, e sotto ignoto polo
28Provi l’onde fallaci, e ’l vento infido;
S’alfin discopre il desiato suolo,
Il saluta da lunge in lieto grido:
E l’uno all’altro il mostra, e intanto oblia
32La noja, e ’l mal della passata via.