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CANTO SECONDO. 55

LXV.


     E la sua mente è tal: che s’appagarti
Vorrai di quanto hai fatto in guerra tuo,
Nè Giudea molestar, nè l’altre parti
516Che ricopre il favor del regno suo;
Ei promette all’incontro assicurarti
Il non ben fermo stato: e se voi duo
Sarete uniti, or quando i Turchi e i Persi
520Potranno unqua sperar di riaversi?

LXVI.


     Signor, gran cose in picciol tempo hai fatte,
Che lunga età porre in obblio non puote;
Eserciti, città, vinti, e disfatte,
524Superati disagj, e strade ignote;
Sicch’al grido, o smarrite o stupefatte
Son le provincie intorno, e le remote;
E se ben acquistar puoi novi imperj,
528Acquistar nova gloria indarno speri.

LXVII.


     Giunta è tua gloria al sommo, e per l’innanzi
Fuggir le dubbie guerre a te conviene;
Ch’ove tu vinca, sol di stato avanzi,
532Nè tua gloria maggior quinci diviene:
Ma l’imperio acquistato e preso dianzi,
E l’onor perdi, se ’l contrario avviene.
Ben gioco è di fortuna audace e stolto,
536Por contra il poco e incerto, il certo e ’l molto.