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CANTO SECONDO. 35
 

V.


     Nel tempio de’ Cristiani occulto giace
Un sotterraneo altare; e quivi è il volto
Di colei, che sua diva, e madre face,
36Quel volgo, del suo Dio nato e sepolto.
Dinanzi al simulacro accesa face
Continua splende: egli è in un velo avvolto;
Pendono intorno, in lungo ordine, i voti
40Che vi portaro i creduli devoti.

VI.


     Or questa effigie lor, di là rapita,
Voglio che tu di propria man trasporte,
E la riponga entro la tua Meschita:
44Io poscia incanto adoprerò sì forte,
Ch’ognor, mentre ella quì fia custodita,
Sarà fatal custodia a queste porte;
Tra mura inespugnabili il tuo impero
48Sicuro fia, per novo alto mistero.

VII.


     Sì disse, e ’l persuase: e impaziente
Il Re sen corse alla magion di Dio,
E sforzò i Sacerdoti, e irreverente
52Il casto simulacro indi rapío;
E portollo a quel tempio, ove sovente
S’irrita il Ciel col folle culto e rio.
Nel profan loco, e su la sacra imago
56Susurrò poi le sue bestemmie il Mago.