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234 | LA GERUSALEMME |
CIV.
E con la fronte le sue genti altere,
E con la lingua a vendicarlo desta:
Vedi tosto inchinar giù le visiere,
828Lentare i freni, e por le lancie in resta;
E quasi in un sol punto alcune schiere
Da quella parte muoversi, e da questa.
Sparisce il campo, e la minuta polve,
832Con densi globi, al ciel s’innalza e volve.
CV.
D’elmi e scudi percossi, e d’aste infrante
Ne’ primi scontri un gran romor s’aggira.
Là giacere un cavallo, e girne errante
836Un altro là senza rettor si mira:
Quì giace un guerrier morto, e quì spirante
Altri singhiozza e geme, altri sospira.
Fera è la pugna, e quanto più si mesce
840E stringe insieme, più s’inaspra e cresce.
CVI.
Salta Argante nel mezzo agile e sciolto,
E toglie ad un guerrier ferrata mazza:
E, rompendo lo stuol calcato e folto,
844La rota intorno, e si fa larga piazza.
E sol cerca Raimondo, e in lui sol volto
Ha il ferro, e l’ira impetuosa e pazza:
E quasi avido lupo, ei par che brame
848Nelle viscere sue pascer la fame.