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200 | LA GERUSALEMME |
II.
Qual dopo lunga e faticosa caccia
Tornansi mesti ed anelanti i cani
Che la fera perduta abbian di traccia,
12Nascosa in selva dagli aperti piani;
Tal pieni d’ira e di vergogna in faccia
Riedono stanchi i cavalier Cristiani.
Ella pur fugge, e timida e smarrita
16Non si volge a mirar s’anco è seguita.
III.
Fuggì tutta la notte, e tutto il giorno
Errò senza consiglio e senza guida,
Non udendo o vedendo altro d’intorno
20Che le lagrime sue, che le sue strida.
Ma nell’ora che ’l Sol dal carro adorno
Scioglie i corsieri, e in grembo al mar s’annida,
Giunse del bel Giordano alle chiare acque,
24E scese in riva al fiume, e quì si giacque.
IV.
Cibo non prende già, chè de’ suoi mali
Solo si pasce, e sol di pianto ha sete:
Ma ’l sonno, che de’ miseri mortali
28È col suo dolce oblio posa e quiete,
Sopì co’ sensi i suoi dolori, e l’ali
Dispiegò sovra lei placide e chete:
Nè però cessa Amor, con varie forme,
32La sua pace turbar mentre ella dorme.