Pagina:Gerusalemme liberata I.djvu/218

194 LA GERUSALEMME

CIV.


     Poi, rimirando il campo, ella dicea:
O belle agli occhj miei tende Latine,
Aura spira da voi che mi ricrea
828E mi conforta, pur che m’avvicine.
Così a mia vita combattuta e rea
Qualche onesto riposo il Ciel destine;
Come in voi solo il cerco: e solo parmi
832Che trovar pace io possa in mezzo all’armi.

CV.


     Raccogliete me dunque, e in voi si trove
Quella pietà che mi promise Amore;
E ch’io già vidi prigioniera altrove
836Nel mansueto mio dolce signore:
Nè già desio di racquistar mi move,
Col favor vostro, il mio regale onore.
Quando ciò non avvenga, assai felice
840Io mi terrò, se in voi servir mi lice.

CVI.


     Così parla costei, che non prevede
Qual dolente fortuna a lei s’appreste.
Ella era in parte, ove per dritto fiede
844L’armi sue terse il bel raggio celeste:
Sicchè da lunge il lampo lor si vede
Col bel candor che le circonda e veste:
E la gran Tigre nell’argento impressa
848Fiammeggia sì, ch’ognun direbbe: è dessa.