Pagina:Gerusalemme liberata I.djvu/202

178 LA GERUSALEMME

LVI.


     Costei, che figlia fu del Re Cassano
Che d’Antiochia già l’imperio tenne,
Preso il suo regno, al vincitor Cristiano
444Fra l’altre prede anch’ella in poter venne.
Ma fulle in guisa allor Tancredi umano,
Che nulla ingiuria in sua balía sostenne:
Ed onorata fu, nella ruina
448Dell’alta patria sua, come Reina.

LVII.


     L’onorò, la servì, di libertate
Dono le fece il cavaliero egregio:
E le furo da lui tutte lasciate
452Le gemme, e gli ori, e ciò ch’avea di pregio.
Ella vedendo in giovinetta etate,
E in leggiadri sembianti animo regio,
Restò presa d’Amor, che mai non strinse
456Laccio di quel più fermo onde lei cinse.

LVIII.


     Così se ’l corpo libertà riebbe,
Fu l’alma sempre in servitute astretta.
Ben molto a lei d’abbandonar increbbe
460Il signor caro, e la prigion diletta;
Ma l’onestà regal, che mai non debbe
Da magnanima donna esser negletta,
La costrinse a partirsi, e con l’antica
464Madre a ricoverarsi in terra amica.