Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
CANTO QUARTO. | 115 |
LXV.
Ciò detto tace, e la risposta attende
Con atto che, in silenzio, ha voce e preghi.
Goffredo il dubbio cor volve e sospende
516Fra pensier varj, e non sa dove il pieghi.
Teme i barbari inganni, e ben comprende
Che non è fede in uom ch’a Dio la neghi.
Ma d’altra parte in lui pietoso affetto
520Si desta, che non dorme in nobil petto.
LXVI.
Nè pur l’usata sua pietà natía
Vuol che costei della sua grazia degni,
Ma il move utile ancor: ch’util gli fia
524Che nell’imperio di Damasco regni
Chi, da lui dipendendo, apra la via
Ed agevoli il corso ai suoi disegni;
E genti, ed arme gli ministri, ed oro
528Contra gli Egizj, e chi sarà con loro.
LXVII.
Mentre ei, così dubbioso, a terra volto
Lo sguardo tiene, e ’l pensier volve e gira;
La donna in lui s’affissa, e dal suo volto
532Intenta pende, e gli atti osserva e mira:
E perchè tarda, oltra ’l suo creder, molto
La risposta, ne teme e ne sospira.
Quegli la chiesta grazia al fin negolle:
536Ma diè risposta assai cortese e molle.