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CANTO QUARTO. 95

V.


     Quì mille immonde Arpie vedresti, e mille
Centauri, e Sfingi, e pallide Gorgoni,
Molte e molte latrar voraci Scille,
36E fischiar Idre, e sibilar Pitoni,
E vomitar Chimere atre faville,
E Polifemi orrendi, e Gerioni,
E in nuovi mostri, e non più intesi o visti,
40Diversi aspetti in un confusi, e misti.

VI.


     D’essi parte a sinistra, e parte a destra
A seder vanno al crudo Re davante.
Siede Pluton nel mezzo, e con la destra
44Sostien lo scetro ruvido e pesante:
Nè tanto scoglio in mar, nè rupe alpestra,
Nè pur Calpe s’innalza, o ’l magno Atlante,
Ch’anzi lui non paresse un picciol colle;
48Sì la gran fronte, e le gran corna estolle.

VII.


     Orrida maestà nel fero aspetto
Terrore accresce, e più superbo il rende:
Rosseggian gli occhj, e di veneno infetto,
52Come infausta cometa, il guardo splende:
Gl’involve il mento, e su l’irsuto petto
Ispida e folta la gran barba scende:
E in guisa di voragine profonda,
56S’apre la bocca d’atro sangue immonda.