Pagina:Gerusalemme liberata I.djvu/114

94 LA GERUSALEMME

II.


     Quinci avendo per tutto il pensier volto
A recar ne’ Cristiani ultima doglia,
Che sia, comanda, il popol suo raccolto
12(Concilio orrendo!) entro la regia soglia:
Come sia pur leggiera impresa (ahi stolto!)
Il repugnare alla divina voglia;
Stolto, ch’al Ciel s’agguaglia, e in oblio pone,
16Come di Dio la destra irata tuone.

III.


     Chiama gli abitator dell’ombre eterne
Il rauco suon della tartarea tromba:
Treman le spaziose atre caverne,
20E l’aer cieco a quel romor rimbomba.
Nè sì stridendo mai dalle superne
Regioni del Cielo il folgor piomba,
Nè sì scossa giammai tréma la terra,
24Quando i vapori in sen gravida serra.

IV.


     Tosto gli Dei d’abisso in varie torme
Concorron d’ogn’intorno all’alte porte,
Oh come strane, o come orribil forme,
28Quant’è negli occhj lor terrore, e morte!
Stampano alcuni il suol di ferine orme,
E ’n fronte umana han chiome d’angui attorte,
E lor s’aggira dietro immensa coda,
32Che quasi sferza si ripiega, e snoda.