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735La pietà culta, rispettati i numi,
Venerabili i vecchi; e fu tra loro,
Che abbandonando il profanato mondo
L’ultim’orme lasciò l’esule Astrea.

     Ah me, se i voti miei compiano i numi,
740Ma pria di tutto a sacri studii amico
E sacerdote lor le sante muse
Accolgano, e del ciel mostrin le vie,
E gli astri erranti, e le diverse ecclissi
De la luna, e del sol; d’onde il tremuoto
745E per qual forza il mar gonfiasi, e i lidi
Sforza e soverchia, e poi di nuovo i flutti
Dentro il suo letto ritirando appiana:
Perchè ne i freddi giorni il sol si affretti
A tuffarsi ne l’onde, e pigra tanto
750Tardi a spuntar l’estiva notte in cielo.
Che se a me questi di natura arcani
Pigra vecchiezza d’indagar divieti,
La villa allora, e de le amene valli
Mi piaceranno i tortüosi rivi,
755E lungo i fiumi, e tra le selve ignoti
Passar godrò privo di gloria i giorni.
Ah dove i campi son, dove le sponde
Del pindarico Serchio? Ove dai gridi
De le baccanti vergini spartane