Resta ora a ricordar, che qual ei sia
L’arbor che pianta il buon cultor, di molta
Terra e letame lo ricopra, e intorno 540Poroso tufo vi raduni, ed aspre
Scaglie, per cui penetri l’acqua, e passi
Il sottile vapore, onde ristoro
Prenda la pianta, e si ricrei: taluno
Pur v’è, che sassi, od ampii cocci al tronco 545Suole addossar, da le dirotte piogge
Schermo, e dal sirio can che i campi aduggia.
De’ piantati magliuoli al piè dovrai
Poscia sovente accumular la terra;
Rincalzarla co i rastri, e ne la vigna 550L’aratro esercitar, destro cacciando
Tra pianta e pianta i riluttanti bovi;
Poi lisce canne accomodarvi, e verghe,
O pertiche di frassino scorzate,
E bicorni forcelle, a cui la vite 555Appoggiata sostengasi, e de i venti
L’impeto disprezzando a gli olmi in cima
Di ramo in ramo a rampicarsi impari.
Mentre però giovine ancor s’ammanta
De le novelle frondi, ah tu perdona 560A la tenera età; nè, perchè s’alzi