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Venefic’erba. Aggiungi a ciò le tante
245Cittadi egregie e monumenti illustri
D’arti operose e fabbricate rocche
Su l’erte rupi, e tortuosi e vasti
Fiumi lambenti il piè d’antiche mura.
Forse l’adriaco mar, forse il tirreno
250Che del felice suol la doppia costa
Bagnano circondando, o i tanti laghi
Che chiude in sen, ricorderò? Te forse,
Massimo Lario, o te Benaco, i flutti
Imitante ed il fremito marino?
255O forse i porti ed al lucrino seno
Le molli aggiunte a rintuzzar l’orgoglio
De lo sdegnoso mar, là dove ei freme
Da l’onda giulia risospinto, e imbocca
Le aperte foci del vicino Averno?
260Questo stesso terren ricche di rame
E d’argento nutrì miniere e d’oro:
Questo produsse di guerriero seme
Robuste genti, e i popoli Sabini
E i Marsi arditi, ed al travaglio avvezzi
265I Liguri, e di spiedo i Volsci armati:
In questo ebbero cuna i Decii, e i Marii,
E gl’invitti Camilli, e i due Scipioni,
Fulmini in guerra, e tu fra questi, o divo
Cesare, tu che ne l’estreme spiagge