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LIBRO SECONDO.


Finor de i campi la cultura e gli astri;
Or io te, Bacco, e le tue dolci vigne
Canterò teco, e le silvestri piante,
E i lenti germi del fecondo ulivo,
5Vieni, o padre Lenéo, de’ doni tuoi
Qui tutto è pien, di pampini vestito
A te ride l’autun, frondeggia il campo
E fuor da gli orli dei capaci tini
Fuma spumante la vendemmia; vieni,
10Divo padre Lenéo, vieni, e slacciati
Gli aurei coturni, nel novello mosto
Meco l’ignudo piè tinger non sdegna.

     E tu del canto mio sostegno e meta,
Tu gloria del mio nome, augusta Bice,
15Scendi propizia, e agevolando il corso
Meco trascorri l’intrapresa via,
E ne l’aperto mar reggi le vele.
Lungo e vasto è il cammin, nè tutto io posso,