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Ah non vietate no, che al mondo afflitto
770Resti e soccorra al secolo corrotto
Questo giovane almeno. Assai pur troppo,
Assai finor col sangue nostro il fio
Pagato abbiam de la spergiura Troia.
Ma da gran tempo, ahi ben lo veggio, il Cielo
775A noi t’invidia, Cesare, e si lagna,
Che a men degni trïonfi aspiri ancora
Qui su la terra, ove distrutto e sciolto
Ogni diritto, ogni freno, orride guerre
E d’ogni guisa inondano delitti.
780Inonorato e in abbandon l’aratro,
Squallidi i campi, strascinati a l’armi
I pii cultori, e le ricurve falci
In dardi volte e sanguinose spade.
Di qui l’Eufrate, e di là move in guerra
785L’aspra Germania; i popoli vicini
L’un contro l’altro vïolando i patti
Impugnan l’armi e dal feroce Marte
Corrono trasportati in quella guisa
Che sprigionati da le chiuse sbarre
790Slanciansi al corso divorando il circo
Gli emuli cocchi: a trattener le briglie
Suda l’auriga invan; portalo il carro,
Nè il freno più da l’impeto rapiti,
Nè più la voce ascoltano i destrieri.


Fine del primo libro.