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Di loro ai raggi del cocente sole,
Che sovrastale ognor, torrida bolle.
Intorno a lei da la sinistra parte,
370E da la destra incurvansi le due
Dei poli estremi, da perpetuo gelo
Sempre attristite, e da cerulei nembi.
Ma fra queste, e la prima in mezzo chiuse
Stan le altre due, che temperate e miti
375Concesse il Ciel ai miseri mortali
Placido asilo; ed è fra lor, che in cerchio
Stendesi poi l’obbliqua via, su cui
Lo stellato s’aggira ordin dei segni.
Alto a la Scizia, e a le rifee montagne
380Ergesi il mondo, ed a la Libia australe
Curvo inclinando si deprime e abbassa.
Quindi sempre visibile e sublime
E il nostro polo a noi, l’opposto invece
Miran sotto ai lor piè l’ombre d’averno.
385Intorno al primo in tortuosi giri
Di fiume in guisa lo stellato Drago
S’allunga immenso, e serpeggiando abbraccia
L’Orse che in mare di tuffarsi han tema.
Ne l’altro poi, siccome è fama, o tace
390Di nuvole addensate eterna notte,
O tramontando a noi colà rinasce
Forse l’aurora, e quando il sol rischiara