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non la lascia neppure sospettar nell’autore, e che occultando ad arte la sua secreta magia non cerca no di abbagliare, o sorprendere dapprincipio, ma lentamente e per gradi avvezza per così dire, e guadagna il lettore, e appoco appoco lo interessa e preoccupa, lo riscalda e seduce, onde ei rapito senza avvedersene da un’incognita forza non sa staccarsi dal libro, e anelando a finirlo ne accusa la brevità, e invogliato a rileggerlo vi scopre poscia nuove bellezze non esaminate o isfuggite nell’impaziente rapidità della prima lettura.

Tale è lo stil di Virgilio. E il vostro, con cui l’avete tradotto, chiederà forse taluno, vi rassomiglia egli, o vi si approssima almeno? S’io fossi stato o sì vano, o sì cieco da persuadermene, avrei risparmiata al pubblico questa mia prefazione, diretta come ognun vede ad accennare i difetti che ho procurato sfuggire, non a mettere in vista delle bellezze che oso dir di conoscere, e a cui confesso di non poter arrivare.