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Boccaccevoli, e dei Puristi di lingua, che a far pompa sovverchia di prette voci, e di un certo giro e leccatura di frasi, aveano l’arte di stirare un pensiero in una lunga pagina di parole. Or questa moda è passata, e par che il gusto presente pieghi all’opposta, e che annoiati i moderni di quello sterile frondeggiamento, e invaghiti di una succosa energia abbiano quindi adottata una maniera di esprimersi molto più rapida e più concisa. Io nè qui certamente voglio difendere i primi, nè condannare i secondi, ma dico solo, che se ogni lunghezza è vizio, non ogni brevità è virtù, e che gl’intemperanti amatori di questa corrono rischio di facilmente confondere la precision dello stile col laconismo; due cose così fra lor distinte, che il prender l’una per l’altra accuserebbe egualmente e negli autori, e nei giudici somma imperizia e difetto di criterio e di gusto. Il laconismo che ha per iscopo di stringere e concentrare il pensiero nella brevità della frase, per renderne dirò così l’esplosione o più energica, o più sublime, ben lontano dall’essere una qualità generale ed intrinseca dello stile, non è che accidentale, e uni-