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Questa servil fedeltà, oltre all’essere inutile nelle indifferenti minuzie, vizia intrinsecamente, o impedisce la sola vera e poetica fedeltà dello spirito, che consistendo all’opposto dell’altra nel conservare ai pensieri, alle immagini, ai sentimenti l’originaria loro natura, dee per necessità cambiar sovente, e rifondere, sostituire, o modificar l’espressioni non combinabili nelle due lingue, onde il poema vestito di nuove spoglie non alteri le sue sembianze, e felicemente esprimendosi e con pari eleganza e proprietà nei due diversi linguaggi, quasi non lasci distinguere qual sia l’estranio, o il nativo.
Ora di due traduzioni, diversamente fedeli nei due sensi descritti non è la prima, come ognun vede, che una scolastica interpretazion fidenziana, che basta appena per far intendere Virgilio a chi ignora il latino, ma la seconda riesce una specie d’imitazion creatrice, che fa gustarne e conoscere la poesia: l’una è come la maschera che si cava da un volto morto, di cui non copia o presenta fuorchè le nude forme mutole, esanimi e scolorite; l’altra è, il parlante ritratto di un volto vivo, che nei colori suoi naturali, e