Vini ad essi non nocquero, o mal sane
Ricercate vivande: usato cibo 825Erano l’erbe semplici e le frondi,
Sola bevanda le scorrevoli acque
Di fonte o fiume, e i placidi lor sonni
Mai non ruppe, o turbò cura inquïeta.
Fama è, che in tutti quei contorni allora 830A i sagrificii di Giunone e i tori
Mancarono, e le solite giovenche,
E i cocchi a trarne con le offerte al tempio
Silvestri buoi si ritrovaro appena.
Quindi la terra a lavorar costretti 835Fur quelle genti senz’aratro, e i solchi
Con zappe aprire, ed incastrarvi il seme
Co l’unghie, e il collo sopponendo al giogo
I carri a stento strascinar su i monti.
Non più a la greggia insidïando, il lupo 840Notturno esplora il chiuso ovil, da cura
Più grave oppresso: e le fugaci damme
E i päurosi cervi in mezzo a i cani
Vanno ora errando, e a le capanne intorno.
Nè il rio contagio a lo squammoso armento 845Del mar perdona; in su l’estremo lido
Quasi naufraghi corpi i pesci esangui