E ne i presepii, e ne gli ovili a torme 775Muoiono agnelli e buoi; mordace rabbia
Assale i cani, e vïolenta tosse
Agita e strozza soffocando i porci.
Langue il destrier già vincitore, e i fonti
Sdegna e l’erbe svogliato, e raspa e batte 780Con piè frequente il suol, chine ha le orecchie,
E un interrotto, e ne i vicini a morte
Freddo sudor gronda dal corpo, ed aspra
Resiste al tatto l’indurita pelle.
Questi ne i primi dì precoci segni 785Di morte si palesano, e se poi
Segue il morbo a inasprir, ardenti allora
Son gli occhi, e grave, e dal profondo petto
Tratto a stento il respir: teso è da i lunghi
Singulti il fianco palpitante, un nero 790Sangue giù cola da le nari, e chiude
L’asciutte fauci l’ingrossata lingua.
Dapprincipio giovò l’arida gola
D’infuso vino ristorare, e parve
Questo lo scampo sol, ma poi del male 795Fu il rimedio peggior; poichè, riprese
Quindi le forze, da feroce rabbia
Ardevano invasi, e nel morir (ah lungi
Da i buoni, a i soli rei serbate, o numi