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Imitando il liquor, bevon de l’orzo,
E de le sorbe fermentate il sugo.
E, se nei brevi dì da le lor tane
Osan talvolta uscir, de l’euro a schermo
605Che da i monti rifei gelido spira,
Pe i boschi errando van, d’ispide pelli
D’uccise fiere orribilmente involti.

     Or ritornando a te, se il gregge nutri
Per raccoglierne lana, i troppo grassi
610Pascoli devi, e gli spinosi dumi
Fuggir del pari, e dapprincipio bianche,
E di morbido pel sceglier le madri.
Ma sovra tutto il capro, a cui nereggi
La lingua sotto l’umido palato,
615Fosse ei pur candidissimo qual neve,
Cauto rigetta, onde macchiati i figli
Non nascan poscia, ed un miglior ne cerca.
E in bianco capro trasformato un giorno
L’amante arcade Pan, se creder lice,
620Te, Dïana, ingannò, nel folto bosco
Da la lana bianchissima sedotta
Allettandoti a scendere; nè isdegno
Mostrasti tu del frodolento invito.

     Ma chi di latte è più bramoso, al gregge